In realtà,a pensarci bene,le nottate in ambulanza non sono sempre sirene spiegate e maxi emergenze. Molto più spesso si tratta dei cosiddetti servizi taxi, categorizzabili in:
1.Signore anziano e ipocondriaco desideroso di rassicurazioni in merito al suo sfavillante stato di salute
2. Adulto viziato e pretenzioso con macchina e famiglia al seguito che,però,paga le tasse, e nei cinque minuti da casa sua all’ospedale pretende dunque di essere scortato da ambulanze con medico a bordo
3. Ipocondriaci,puri, e semplici, che sentono di “essere sul punto di morire”. Ovviamente,se ne accorgono sempre nel cuore della notte.
Io, a sta gente,farei pagare molto più che il ticket, soprattutto quando le notti cominciano così.
Tre e mezza, più o meno. Intero equipaggio buttato giù dal letto,corsa in codice giallo in casa di un tizio che ci vede entrare,”sto morendo”, urla, e, si agita, e poi, per dirla finemente, ci rutta dritto in faccia. Una volta spettinata la dottoressa in turno con noi stanotte, il tizio esordisce con “sa,ho un dolore alla bocca dello stomaco,son sicuro sia un infarto. Ho passeggiato per il giardino e provato a fare rutti e più che uscivano più che stavo meglio, ma son sicuro che sto avendo un infarto.” Io, nel frattempo, ho talmente sonno che toppo completamente la posizione degli elettrodi e gli faccio praticamente un Ecg all’ascella. Poi mi correggo e individuo anche il cuore.”No, signore, nè la sua ascella nè il suo cuore stanno avendo un infarto”. Comunque, è una doppia sicurezza. “Ma io voglio andare in ospedale a far gli enzimi”. Informatissimi,sti ipocondriaci.Maledetta wikipedia con la terminologia medica, pensi in questi casi. “Guardi, dovrà aspettare molto. Ogni valore è nella norma,non c’è ragione di andare in ospedale”. “Eh vabbè,farò presente che oggi sono stato alla comunione di mia nipote e ho mangiato molto,son sicuro mi si sia bloccato tutto sullo stomaco, guardi, si fidi. Glielo dico io, mi sento proprio il classico infarto”.
Preso e scaricato lo spettinatore di dottori con problemi di aerofagia, si son fatte le cinque. Si gradirebbe andare a letto. Ma invece,no!
Cinque e dieci, grazie 118, tempismo perfetto. Signora 87enne che ha deciso, si, anche lei,che è giunto il momento di rendere l’anima al creatore. E desidera comunicarlo direttamente ad un medico, aspettandoci nel suo salotto in vestaglia di seta viola sorseggiando il thè. “Dottoressa,salve.Mi sento che muoio, le volevo dire come organizzare il funerale”. Osservo con terrore la faccia del medico diventare fucsia,con qualche lieve sfumatura di verdolino. Non so come accada di preciso perchè nel frattempo il sonno è diventato nausea e tremolio alle gambe,ma dato che TUTTI i parametri possibili della signora sono perfetti e che non solo non sta morendo ma sta anche visibilmente meglio di tutti noi messi insieme, mi ritrovo insieme ad autista e dottoressa ormai scorata a sorseggiare il tè con la signora ragionando di cosa ci sia dopo la morte.E’ l’unico modo per convincerla a tornarsene a lettino,almeno lei.
Nel frattempo son le sei passate, si spera di aver già dato per stanotte.
Figuriamoci.
Sei e mezza, codice verde, “mi dispiace ragazzi, abbiamo tutte le altre ambulanze fuori,dovete uscire voi”. Dottoressa ormai blu e moccolante, equipaggio ai limiti della sopportazione umana. Sotto casa, stavolta, il tizio ci attende direttamente con la 24ore,vestito di tutto punto. Il medico neanche si affaccia più. Apro il portellone laterale dell’ambulanza, “Si?” chiedo.
“Oh salve buonasera ci avete messo un po’ meno male siete arrivati c’è il medico vero con voi” risponde spingendomi,salendo in ambulanza e sistemandosi sul sedile comodo comodo. “No è che siccome sto per avere una colica di reni ho bisogno che mi portiate al Pronto Soccorso, poi se poteste anche dirmi quanto c’è da aspettare ve ne sarei grato visto che mia moglie poverina mi segue con la macchina ma non può certo aspettarmi tutta la mattina che abbiamo gente a pranzo.”
A quel punto, hai due opzioni: o ti schianti a ridere, o sfasci tutto dalla rabbia. Oppure,ancora, prendi spunto dal signore delle tre e spettini il paziente con un fine e diplomatico rutto.
Oppure, ancora,sarà giunto anche il momento di far pagare perlomeno il ticket, a sta gente,oppure no?
Elisa